Hard skills e soft skills: l’esempio di Winnie Harlow

Emanuele CastellaniCEO Cegos Italia & Cegos APAC

Propongo in quest’articolo una riflessione un po’ “spinta”, che spero susciterà reazioni e interazioni.

Chantelle Brown-Young conosciuta anche con il nome Winnie Harlow (nella foto) nota top-model (Diesel, Desigual, America’s Next Top Model, Nike, …) e attivista di origini giamaicane, nasce nel 1994 a Toronto. All'età di quattro anni le viene diagnosticata la vitiligine, una condizione cronica caratterizzata da una depigmentazione di porzioni di pelle. Da bambina vittima di bullismo, ha ricevuto appellativi di ogni genere con riferimento al mondo animale, molestie verbali ed ha cambiato più volte scuola fino ad arrivare all'idea del suicidio.

Ha diviso il mondo del web sul suo successo. Tanti la apprezzano e la considerano una fonte d’ispirazione, una speranza per chi deve combattere ogni giorno contro le difficoltà. Tanti altri la criticano aspramente, accusandola di lasciarsi sfruttare da chi vuole utilizzare la sua malattia per ottenere successo.

Hard skills e soft skills - winnie harlow

Oltre la superficie: hard e soft skills

Le skills (capacità, abilità) sono uno dei quattro elementi delle competenze (oltre a caratteristiche personali innate e acquisite, atteggiamenti e conoscenze) che si manifestano attraverso i comportamenti.
Alcune skills si acquisiscono in un ambito specifico (ruolo, settore, azienda…), altre si acquisiscono genericamente sul mercato del lavoro o nella vita privata. In azienda, e in particolare in ambito formativo, parliamo di Hard e SoftSkills.

  • Le Hard skills risultano più visibili, osservabili, dimostrabili, valutabili e sicuramente molto riconducibili alla conoscenza acquisita. Si tratta del nucleo dei requisiti professionali di uno specifico ruolo aziendale. Più difficilmente trasferibili da un contesto ad un altro, richiedono adattamento.
  • Le Soft skills sono più intangibili e correlate ad atteggiamenti personali. Più difficili da quantificare, misurare e sviluppare nel tempo ma ugualmente “insegnabili” e acquisibili nel tempo. Più facilmente trasferibili da un contesto all'altro, fanno parte del bagaglio non solo professionale, ma soprattutto personale di un individuo.

Soft skills e fattori di successo

Mi è venuta in mente Winnie quando ho deciso di scrivere questo articolo su hard e soft skills, perché trovo che un fattore distintivo tra le une e le altre sia le maggiore o minore visibilità. Così come la pelle di Winnie è ben più visibile rispetto ad altre sue caratteristiche (o qualità), in molte persone le hard skills sono molto più visibili delle soft skills.

Così come ritengo che Winnie abbia avuto successo più per effetto di altre sue caratteristiche diverse dalla pelle “macchiata”, sono convinto che il successo professionale di tante persone dipenda più dal possesso delle soft skills che delle hard. Le hard skills sono elementoessenziale per poter svolgere un lavoro, ma non sufficiente per svolgerlo bene e con successo.

Mi spiego meglio.

Osservo frequentemente che, al di là di quanto una persona conosca il proprio lavoro, ne sia esperto e padrone, spesso i risultati derivano da competenze più nascoste e legate alla sfera della persona. Più al saper essere che al saper fare.

La pelle di Winnie attira subito l’attenzione, ma di sicuro la sua tenacia, la fiducia in sé stessa, la sua resistenza allo stress, la sua capacità di pianificare e organizzare, la sua capacità di gestire il tempo, il suo orientamento all'obiettivo, la sua capacità di lavorare in team, la sua capacità di comunicare, la sua intraprendenza, la sua resilienza, la sua capacità di problem solving, il suo desiderio di apprendere in maniera continuativa, e la sua leadership sono stati molto più importanti nel determinare il suo successo.

Avrebbe avuto ugualmente successo se la sua pelle non l’avesse così tanto caratterizzata? Non lo so. Sono invece certo che la sola pelle “a macchie” non sarebbe bastata.

Soft skills: acquisirle o svilupparle

È tuttavia un’altra la domanda più importante che mi pongo e che pongo a tutti i lettori di questo articolo:
Winnie possedeva tutte queste soft skills oppure le ha acquisite nel tempo?

La risposta che mi do e che vi propongo è la seguente. Quando da bambina Winnie subiva atti di bullismo, quando decideva di cambiare scuola, quando pensava al suicidio, di sicuro non era consapevole di possedere tutte queste skills. Alcune sono emerse con la maturazionepersonale, su altre avrà lavorato con l’aiuto di qualcuno al suo fianco. Quando ha compreso che esse potevano veramente rappresentare la svolta della sua vita, vi ha puntato fortemente. Ha potuto costruirsi un team di collaboratori (e lo ha fatto), ha deciso insomma di cambiare marcia (altra soft skill…).

Faccio l’esempio di un bravissimo Key Account Manager. Nel suo essere “bravissimo” sicuramente saprà fare scouting nel mercato e padroneggiare l’arte del pitching, così come quella della negoziazione. Saprà svolgere un’efficace analisi dei bisogni e disegnare soluzioni efficaci. Ancor di più sono sicuro che nel tempo avrà sviluppato tutte quelle soft skills che ho menzionato sopra.

Aggiungo che le soft skills, oltre a “moltiplicare” l’efficacia delle hard skills, sono i fattori determinanti della personalizzazione della prestazione. Le soft skills rendono ancor più personalizzata una performance.

 


 

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Scritto da

Emanuele Castellani

Emanuele è entrato a far parte del Gruppo Cegos nel 2011 ed è oggi membro dell'International Group Committee di Cegos SA, CEO di Cegos Italy e Cegos Apac. La sua carriera è iniziata nel gruppo Adecco nel 2000 e è continuata in ADP nel 2009, aprendo la sua esperienza nel settore delle risorse umane. Ha trascorso la sua vita professionale costruendo organizzazioni di successo, start-up e trovando nuovi modelli di business. Negli ultimi 20 anni ha lavorato con le principali multinazionali delle risorse umane ed è nota la sua esperienza negli ambiti di recruiting, amministrazione del personale e formazione. Emanuele è particolarmente appassionato ed esperto di temi legati al Talento. Trattando della trasformazione in atto a livello globale afferma: “Le persone non hanno mai completamente soddisfatto il proprio desiderio di progredire poiché questo fa parte della natura umana. L'apprendimento continuo, potenziato dall'apprendimento digitale integrato al face-to-face tradizionale, sta diventando più una necessità che un bisogno. Le competenze invecchiano molto rapidamente e il tempo per colmare il gap è diventato troppo breve". Nella sua attuale posizione, sostiene e incoraggia il ruolo del digitale in ambito Learning & Development, nonché l'importanza dell’apprendimento continuo.
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