La gestione del conflitto: come cogliere i ‘’segnali premonitori’’

Di | 16 ottobre 2018

Nell’articolo precedente ho trattato le quattro potenziali origini di un conflitto. Appare ora interessante affrontare i “segnali premonitori” e le fasi di nascita di una situazione critica: riconoscerle dall’esterno ci permetterà di anticiparle e di gestirle al meglio.

gestione del conflitto

Rilevare i primi segnali

Nelle fasi che precedono il conflitto, le emozioni possono agire come un radar, un segno rivelatore di un conflitto imminente.

Le nostre emozioni forniscono informazioni soggettive sul modo in cui percepiamo una situazione, molto prima di ricevere le informazioni oggettive. Questi dati soggettivi non sono meno validi delle informazioni oggettive.

I primi segnali di attenzione

Il più delle volte siamo in grado di prevedere il conflitto se riusciamo a individuare e a osservare il disaccordo latente: vedere e ascoltare reazioni, atteggiamenti, punti di vista, situazioni sfuggenti e controversie nascenti allo scopo di chiarire queste circostanze.

Prestare attenzione alle proprie emozioni e sensazioni, per quanto minime, può aiutarci a individuare il disaccordo sul nascere.

Il conflitto può radicarsi nelle incomprensioni e nel risentimento che è necessario chiarire.

Il disaccordo viene riconosciuto ma non espresso

Noi sentiamo che sta accadendo qualcosa quando l’altra persona fa notare le sue sensazioni senza esprimerle a parole, mostrando inoltre la propria reticenza attraverso allusioni o adottando sempre un atteggiamento dubbioso, chiuso, taciturno o ironico.

Niente viene espresso chiaramente. Le emozioni represse sono indicate dal tono e dal linguaggio del corpo delle persone.

Esprimersi per convincere gli altri

Questo è il momento in cui iniziano emergere i conflitti di opinione. Ciò può essere accennato attraverso le domande poste, gli argomenti impiegati o l’uso di risposte preconfezionate. Entrambe le parti rimangono ferme sulle rispettive posizioni, si preparano alla battaglia e si impegnano a dimostrare di aver ragione mentre l’altra persona ha torto.

Vengono fatti dei commenti e rimangono le incomprensioni e la sensazione di essere sottovalutati.

L’impatto emotivo è maggiore ed è mescolato con le emozioni precedenti, aggravando così la situazione.

Il conflitto è aperto

Ogni persona mantiene i propri argomenti, rimane ferma nella propria posizione e non fa alcun tentativo evidente nel desiderare il cambiamento. Si può verificare un evento esterno, la “goccia che fa traboccare il vaso”, e tutte le incomprensioni diventano prepotentemente manifeste. La situazione esplode a livelli di violenza variabili e tutte le recriminazioni fino a quel momento dissimulate vengono espresse con chiarezza.

Dopo questa esplosione degli eventi si instaura un senso generale di disagio.

Comprendere i “segnali premonitori” e le fasi di nascita di una situazione critica ci permette di anticipare un eventuale conflitto. Ma quali azioni da compiere ed errori da evitare in caso di “conflitto aperto”?  Nel prossimo articolo alcuni consigli per una gestione efficace.

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Articolo di Luigi Carrera

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