Work-life balance: la tecnica delle sfere

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Il nostro equilibrio tra lavoro e vita privata, o work-life balance, non è solo una grande oscillazione tra le vacanze – dove ci divertiamo, riposiamo e il tempo vola  – e periodi di duro lavoro – che assorbono ogni istante della nostra vita. Si tratta in realtà di un'armonia che va raggiunta su base giornaliera o settimanale, durante tutto l'anno. L'obiettivo? Vivere una vita più piena e felice.

Pascale Bélorgey, consulente Cegos Francia, in questo articolo illustra la "Tecnica dellesfere": una metafora grafica della vita che ci consente di fare il punto della situazione su come viviamo, proiettandoci nella situazione desiderata e aiutandoci a tracciare le prime linee d'azione. 

work-life balance

Il vantaggio di utilizzare il disegno, almeno nelle prime fasi, è quello di liberarci da ogni ragionamento razionale – quello che "ci blocca" con molte buone argomentazioni!  – per ascoltare meglio le nostre emozioni e ciò che sentiamo essere "giusto" per noi.

Disegnare la situazione attuale

Non abbiamo bisogno di saper disegnare per realizzare graficamente queste fasi. Iniziamo col riprodurre su carta bianca un cerchio (o qualsiasi altra forma a nostra scelta) per ciascuna delle sfere della nostra vita attuale e un secondo elemento che rappresenti noi

La dimensione in valore assoluto del disegno non ha importanza. Ciò che conta è la dimensione delle sfere messe in relazione tra loro e la disposizione che occupano nello spazio rispetto a noi. Alcune sfere possono sovrapporsi o essere molto distanti l'una dall'altra.

Il numero di sfere non è definito. Possiamo aggiungere altre sfere dentro alle sfere principali della vita (un esempio elencato di seguito) o suddividere una sfera in due forme distinte:

  • La sfera professionale rappresenta il nostro lavoro, la nostra professione, la nostra carriera.
  • La sfera sociale rappresenta i nostri amici, la nostra rete di conoscenze (compresi i colleghi stretti, con i quali abbiamo rapporti più profondi di quelli strettamente professionali), le associazioni o club ai quali apparteniamo, le attività ricreative collettive.
  • La sfera familiare rappresenta la famiglia vicina: coniuge, figli, genitori, fratelli e magari quei cugini che non abbiamo mai perso di vista e con i quali continuiamo ad andare in vacanza.
  • La sfera personale contiene quelle attività che ci permettono di dedicarci a noi stessi: hobby, salute, sport, cura del corpo...

Quando abbiamo posizionato tutte le nostre sfere sul foglio di carta, siamo in grado di rispondere a queste domande: come ci sentiamo riguardo a questa disposizione? Il nostro disegno ci soddisfa? Se desideriamo migliorarlo e perfezionarlo, prendiamo un secondo foglio di carta e andiamo al passaggio successivo.

Disegnare la situazione desiderata

Immaginiamo ora di avere una bacchetta magica. Se non avessimo alcun vincolo - come quello, ad esempio, di dover guadagnare per vivere - come rappresenteremmo le nostre sfere di vita ideali? Su quali aspetti della nostra vita ci concentreremmo? Quali sarebbero le sfere che terremo più lontane da noi? Ci sono sfere che vorremmo tenere distanti l'una dall'altra, o al contrario avvicinarle?

Una volta riportato tutto su carta, prendiamoci del tempo per analizzare le nostre emozioni relative a questo nuovo disegno. Cosa proviamo? Sollievo, liberazione? Gioia? Entusiasmo? Se l'emozione è positiva, siamo sulla strada giusta: stiamo per trovare l’equilibrio adatto a noi.

Una volta che questo secondo disegno è stato “convalidato” dalle nostre emozioni, confrontiamolo con il primo. In questa ultima fase dobbiamo richiamare la nostra mente razionale: contrassegniamo, all'interno o accanto a ciascuna sfera che ha subito modifiche di dimensioni o posizione, le attività a cui corrispondono tali modifiche. 

Ad esempio: "fare più sport", “suonare la chitarra”, "trascorrere più tempo con i miei figli", "lavorare di meno o ridurre i compiti meno piacevoli". Ora la direzione è chiara, dobbiamo solo tracciare l'inizio del percorso.

Tracciare le prime linee d'azione

Durante il secondo disegno, abbiamo accantonato limiti e costrizioni immergendoci in un mondo dove tutto è possibile. Ovviamente non tutto sarà applicabile: ora dobbiamo selezionare le attività “fattibili” e ragionare in ottica di cambiamento graduale, almeno inizialmente.

In quest'ultima fase, indicheremo sotto il nostro secondo disegno alcune azioni concrete e precise che possiamo attuare nel brevissimo termine. Questo può essere ad esempio "iscrivermi in palestra", "iscrivermi a un corso di musica", "portare i miei figli a scuola due volte alla settimana", "prendere un appuntamento con il mio manager per rivedere le mansioni o capire come delegarne alcune”.

Ora , ad esempio, possiamo implementare la prima azione che abbiamo scritto (l’iscrizione in palestra), oppure tenere sottomano il foglio e giorno per giorno valutare quale piccola azione si può intraprendere per seguire la strada verso equilibrio.

Scritto da

Cegos

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