Cosa sono e come funzionano i punti di forza?

Monica GrassiHR Manager, Psicologa, Coach

I punti di forza: cosa sono?

Quando parliamo di punti di forza spesso il primo pensiero che ci viene in mente è che si tratti di caratteristiche personali che consentono un buon funzionamento in un determinato ambito, ad esempio a lavoro o a scuola.

Ho fatto un esperimento: ho digitato “punti di forza significato” su google e le definizioni che si trovano in rete sono molto simili a quella appena scritta. Una cosa mi ha colpito però: i sinonimi che si associano a queste parole.

Si definiscono come qualità che danno un vantaggio, costituiscono un patrimonio, una risorsa, utili ad accrescere la propria efficacia, una ricchezza ma anche come “energia”,” potenza”, “leva”.

Perché, dunque, sono importanti?

Perché sono degli acceleratori, capaci di traghettarci da uno stato ad un altro, da una situazione problematica ad un risultato, una soluzione. Sono la benzina che spinge la nostra macchina, la forza propulsiva, ci tengono in pista i nostri punti di forza.

E non sto parlando solo di lavoro ma di funzionamento nella vita. Non è un caso che questo sia un argomento che sta interessando non solo gli ambienti professionali, ma anche quelli scolastici, sportivi, relazionali e sociali. Un buon profilo di funzionamento consente alla persona un approccio positivo, concentrato, consapevole ed efficace.

Niente male vero?

I punti di debolezza e le aree di miglioramento

Spesso si contrappongono ai punti di forza, quelli di debolezza, altrimenti definiti come aree di miglioramento. Sarebbero quelle capacità meno rappresentate in noi, sulle quali siano meno abili, che maggiormente ci mettono in difficoltà. Terribili i punti di debolezza. Come macchie su un bel vestito richiamano la nostra attenzione e quella di chi ci sta accanto. Un vero pugno in un occhio, perché, ammettiamolo, tutti vorrebbero essere perfetti.

Ed ecco tante soluzioni per “migliorare” e smacchiare il nostro abito caratteriale da queste macchie.

Una volta mi colpì molto un formatore che ho avuto la fortuna di incontrare nella mia vita che mi disse: “Perché dobbiamo affannarci ad essere perfetti?”. Semplicemente vero. Migliorare una debolezza significa mettersi di punta a correggersi, cercando di andare spesso contro una nostra naturale tendenza. Ad esempio, se sono una persona disordinata e voglio migliorare, magari un giorno mi metterò a fare ordine nella mia cabina armadio o nel ripostiglio dove sistematicamente metto tutto quello che non so dove poggiare. Questo mi assorbirà un certo livello di energia, mi farà sentire orgogliosa di me quel giorno, ma successivamente quanto tempo/energia dovrò impegnare per mantenere quel risultato? All’inizio la mia focalizzazione sarà massima, ma con in passare del tempo, magari gradatamente, tornerò alla mia tendenza naturale con grande senso di frustrazione e di fallimento.

Con questo non voglio affermare che non si possa cambiare, guai! Ognuno di noi può ottenere per sé ciò che desidera e per cui lavora.

Voglio solo sollecitare una riflessione: davvero l’eccellenza si raggiunge correggendo i propri difetti? O piuttosto possiamo trovare un’altra strada?

L’uso dei punti di forza

Vi propongo un cambio di paradigma. Piuttosto che lavorare sui difetti, impariamo ad incrementare i nostri punti di forza, coltivarli, svilupparli, accrescerli. Se sono brava nel pianificare le mie giornate, probabilmente posso affinare ulteriormente questa abilità e riuscire ad inserire quel corso di formazione che vorrei fare da tanto ma che non ho mai avuto il coraggio di iniziare per paura di non avere tempo. O, se sono già una persona creativa, potrei ragionare su come usare questa mia qualità anche in altri ambiti dove normalmente non la esercito.

E mi verrà naturale perché sto assecondando una mia intrinseca tendenza. Questo è il punto.

Quando incontro i miei clienti gli chiedo sempre: “Quali sono le tue risorse?”. Quasi tutti mi guardano come minimo perplessi perché non capiscano cosa c’entri rispetto al problema che vogliono risolvere. Invece i punti di forza sono appunto la “leva che solleva il mondo” e che rende possibile l’impossibile.

Come si trovano i punti di forza?

I punti di forza sono abilità osservabili nella quotidianità. Tuttavia, non è facile auto analizzarsi e guardare a sé stessi con oggettività. Analizzare queste caratteristiche significa comprendere le motivazioni del comportamento, l’identità della persona e il modo in cui percepisce sé stesso e come funziona, ovvero come interpreta il mondo che lo circonda e come interagisce con esso.

Riconoscere i punti di forza è spesso la chiave di volta attraverso la quale sostenere un’intera esistenza e transitare attraverso difficoltà importanti, sviluppando la propria personale ed unica eccellenza!

Ti interessa valorizzare i tuoi punti di forza? Puoi scegliere diverse possibilità di crescita, tra cui i corsi Cegos dell’area personal development https://www.cegos.it/corsi-formazione/personal-development-effectiveness . È possibile iniziare a lavorare su sé stessi attraverso corsi di self-empowerment, gestione del tempo, assertività o mindfulness; oppure orientarsi alla propria relazione con gli altri, focalizzandosi sulla gestione del team, relazioni e gestione dei conflitti, teamworking, negoziazione e networking.

Scritto da

Monica Grassi

Laureata in Psicologia del Lavoro ed Economia e Commercio, certificata ACC ICF e trainer Cegos e FranklinCovey, da oltre 20 anni si occupa di consulenza, formazione e coaching con un focus privilegiato sul potenziamento di individui e gruppi di lavoro. La sua doppia anima di economista e di psicologa le consente di osservare le dinamiche di impresa da più punti di vista e di avere un approccio diretto che mette in relazione azioni specifiche sulle risorse umane e impatto sul business e sui valori aziendali. Appassionata di modelli di competenze e del loro sviluppo concentra i propri interventi sui talenti manageriali, sullo sviluppo di una leadership autentica ed efficace, sul corretto funzionamento di team e gruppi. Coach sportiva e specializzata in psicologia dello sport, pratica e insegna il wing chun – kung fu - come un plus che sostiene l’osservazione e il lavoro non solo sulle dinamiche oggettive, ma apre anche ad una dimensione più interiore, al sostegno e alla ricerca del sé.
Scopri di più
newsletter image

Ricevi la nostra newsletter

Training, Management, Commercial, Professional Efficiency

Iscriviti