Develop a Digital Culture

Emanuele CastellaniCEO Cegos Italia & Cegos APAC

Sono le domande più semplici a disorientare maggiormente

Se chiedessi a cosa servono i Computer, o più genericamente le macchine, sono certo che riceverei molte risposte diverse. Sarebbe simpatico se ogni lettore di questo post mi inviasse la propria risposta, potrei raccoglierle in una sorta di libretto.
La mia risposta è piuttosto pragmatica: le macchine servono per incrementare la produttività umana. Molto semplice, sintetica, e foriera di interpretazioni.

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Il senso di una Cultura Digitale

Ecco perché il mio personaggio per questo ottavo ed ultimo post è Bran Stark, uno dei personaggi principali che appare bambino nella prima serie e giovanotto nella settima. A causa di un incidente sin dall'inizio della saga, non potrà mai camminare, ma potrà volare con la mente, scoprendo di essere un metamorfo. Non facile scovare il senso del digitale in una serie medievale. Tuttavia. se c’è qualcosa in questa saga che mi ha suscitato riflessioni di questo genere, è proprio la storia di Bran.

Egli riesce a viaggiare nel passato e nel futuro, a scoprire la verità delle cose, ad avere l’interpretazione autentica di fatti che risultano assai importanti, finanche riguardanti la titolarità del Trono di Spade.

Il settimo ed ultimo driver che non si può trascurare per sopravvivere ed evolversi in questa epoca di Business Transformation, tuttavia, non è il possesso di mere “digital skills”, quanto piuttosto l’acquisizione di una (profonda) cultura digitale.

Quando si alza il vento c’è chi erge muri, e chi costruisce mulini”, dice un saggio. Lo trasformerei in “c’è chi impara a convivere con le macchine (forzatamente) e chi invece ne sfrutta le potenzialità”.

Perché, tornando alle mie affermazioni iniziali, le macchine servono a potenziare le performance degli esseri umani. Allora perché non fare propria questa opportunità?

Il nostro rapporto con il "Digitale"

Il senso di inadeguatezza che pervade ognuno di noi, derivante dalla sensazione di scarsa conoscenza, non è generato dalle macchine, ma dalla incomprensione; il digitale si evolve ad una velocità impressionante per effetto di alcuni che riescono ad immaginare e creare un mondo nuovo, che nasce dall'osservazione dell’uomo, dalla semplificazione dei suoi comportamenti in azioni ripetute e ripetibili, dalla capacità di perfezionare ed eliminare la componente della casualità, restituendo comportamenti perfezionati, ai quali l’uomo finisce per potersi/volersi/doversi adeguare.

Chi non lo fa è fuori dai giochi, nel medio periodo.

La Trasformazione Digitale

Ogni attività è stata trasformata dal digitale: il management è stato trasformato dal digitale, la comunicazione, le relazioni, i prodotti, i servizi, il commercio sono stati trasformati dal digitale. Un’azienda che negli ultimi due anni non ha attuato progetti di digitalization, è destinata a scomparire piuttosto velocemente, inghiottita dalla concorrenza, o, soprattutto, sopraffatta da nuovi concorrenti che si affacceranno nel suo mercato, sfruttando le potenzialità che il digitale avrà offerto loro di creare un ponte tra il loro core business e quelli contigui.

Tra due anni i Millennials saranno il 50% della forza lavoro e tra altri 20 anni saranno i nativi digitali (quelli che sfiorano e non sfogliano per cambiare la pagina di un libro) ad essere il 50%. I miei figli studiano utilizzando piattaforme di apprendimento, sono abituati a comunicare 1-to-many senza alcuna difficoltà, percepiscono in misura quasi trascurabile le barriere relazionali, quasi non percepiscono la differenza tra l’immaginazione e la fattibilità. La frase che mio figlio di 11 anni pronuncia più frequentemente è “figurati se non si può fare”

Questa è cultura digitale, che è concetto ben diverso da saper usare Excel, Power point, uno smartphone o un tablet. L’acquisizione delle skills è solo la conseguenza tangibile della cultura digitale. È diverso dall'avere un account nell'ultimo Social Network o usare Skype per fare le web-video-call.

Conclusioni

Molti film degli scorsi decenni inscenavano l’invasione degli alieni. L’alieno… “lui è arrivato da noi, mica il contrario, quindi è per forza più evoluto”. E così, via a proporre energumeni di vario genere, alti tre metri, con la capacità di leggere il pensiero, prestazioni fisiche nemmeno paragonabili a quelli dei poveri umani al servizio di una cattiveria che… non distruggeva il genere umano solo perché quel tizio, coraggioso, animato dai buoni sentimenti, sacrificava la propria vita per salvare il genere umano.

Vediamola così,colui che oggi riesce a sviluppare una cultura digitale sarà l’alieno, gli altri saranno gli umani. Io non sono così fiducioso da affidarmi al “io speriamo che me la cavo” e quindi la cultura digitale sto cercando di acquisirla. Senza lasciare nulla al caso.

 


 

Questo è l'ultimo articolo della saga dedicata al Trono delle Competenze. Consulta gli articoli precedenti:

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Scritto da

Emanuele Castellani

Emanuele è entrato a far parte del Gruppo Cegos nel 2011 ed è oggi membro dell'International Group Committee di Cegos SA, CEO di Cegos Italy e Cegos Apac. La sua carriera è iniziata nel gruppo Adecco nel 2000 e è continuata in ADP nel 2009, aprendo la sua esperienza nel settore delle risorse umane. Ha trascorso la sua vita professionale costruendo organizzazioni di successo, start-up e trovando nuovi modelli di business. Negli ultimi 20 anni ha lavorato con le principali multinazionali delle risorse umane ed è nota la sua esperienza negli ambiti di recruiting, amministrazione del personale e formazione. Emanuele è particolarmente appassionato ed esperto di temi legati al Talento. Trattando della trasformazione in atto a livello globale afferma: “Le persone non hanno mai completamente soddisfatto il proprio desiderio di progredire poiché questo fa parte della natura umana. L'apprendimento continuo, potenziato dall'apprendimento digitale integrato al face-to-face tradizionale, sta diventando più una necessità che un bisogno. Le competenze invecchiano molto rapidamente e il tempo per colmare il gap è diventato troppo breve". Nella sua attuale posizione, sostiene e incoraggia il ruolo del digitale in ambito Learning & Development, nonché l'importanza dell’apprendimento continuo.
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